| Signore | Siracusa li 8 Giugno 1807. |
Mi fa sperare il nuovo Console, che per li buoni offici, da [lui] praticati presso l’usurpatore del mio Regno di Tripoli, abbia o[tten]uto la promessa di restituirsi a me la mia Famiglia, eccettuando le [fi]glie maritate, siccome io lo avea prevenuto. Da così buon principio posso augurarmi, che si otterranno le altre dimande da me giu[st]amente avanzate, non solamente per avere qualche compenso delle mie perdite, da me sofferse, quanto principalmente per potere [m]inistrare il necessario mantenimento alla numerosa mia Famiglia, che con lo ristretto numero delle genti di servizio sarà più di quaranta persone, che dovranno vivere, e vestirsi in un luogo straniero, lontane dalla propria casa. Io spero, che la protezione di V.E. [c]on mi mancherà per sostenere le mie ragioni, e le mie suppliche [a]ppoggiate tutte al favore, che aspetto da una Potenza, che ha [a]pprofittato delle mie sventure per riparare li suoi torti ricevuti, e [che] col mio esempio può farsi merito per acquistar l’amicizia delle altre potenze, mostrando la dovuta corrispondenza. Io [no]n lascerò di dichiararmi obbligatissimo alli favori, che aspetto della buona opera di V.E., che solo può, quándo voglia saperare qualunque ingiusta opposizione, che potrebbe farsi alle mie [istorie] E divotamente inchinandola, con profondo rispetto mi dico Di V. E.
Devmo. Servo vero Oblig[to]
Ahmet Caram[a]lli Bassà di Tripoli
DNA: RG 59—CD—Consular Despatches, Tripoli.